Grazie al governo Monti e in particolare alla ministra Fornero, ora so come definirmi: un esodato. Dal 2005 infatti, dopo la chiusura della società in cui lavoravo, non ho né stipendio né pensione, e la velocità di erosione dell'incentivo all'esodo ricevuto sta per subire un impennata grazie alle nuove tasse introdotte dal suddetto governo.
Naturalmente ho cercato un nuovo lavoro, ma - pur vantando un curriculum e degli skill invidiabili - ho dovuto rassegnarmi alla realtà: nessuno in Italia è disposto ad assumere chi ha più di 50 anni. Infine, come ultimo (in ordine di importanza) colpo alle mie speranze, per ricevere una pensione, sia pure decurtata, dovrò aspettare i 67 anni di età.
In questi anni mi sono spesso chiesto se il mio caso fosse isolato, perchè non trovavo traccia del problema sui media. Ma ogni volta che ne parlavo con amici o ex-colleghi il sospetto che il fenomeno stesse dilagando si rafforzava. Ora i nodi stanno arrivando al pettine, e pare che la massa degli esodati sia dell'ordine delle 700000 persone. Con l'Italia in piena recessione, è probabile che presto si supererà la soglia del milione.
Si potrebbero dire tante cose ai margini di questa emergenza, ma ora ne voglio registrare una sola: quello che più indigna, almeno il sottoscritto, è che a gestire la situazione e a pontificare e dare giudizi tranchant su noi poveri sudditi siano persone col culo bene al caldo che non si sognano neanche lontanamente di rinunciare ai propri privilegi e di accettare la competizione basata sul merito e le capacità personali.