lunedì 27 aprile 2009

Churchill, la democrazia e Ferrara - democrazia diretta


Scartati, per motivi di spazio e per evidente inferiorità congenita, i metodi di soluzione estremi (Legge del più forte e Anarchia) passiamo a esaminare quelli a base razionale.

Metodo della democrazia diretta: ciascun passeggero propone una direzione, e si va nella direzione che ha raccolto più preferenze. Il presupposto di questo metodo è che gli uomini sono tutti eguali, le loro vite sono equivalenti indipendentemente da sesso, età, ricchezza, grado d'istruzione, religione etc. quindi - soprattutto quando la posta è estrema - la maggioranza deve vincere. Come dicono i fautori di questa idea, "la maggioranza ha sempre ragione".

Churchill, la democrazia e Ferrara - introduzione

Uno degli aforismi attribuiti a Churchill recita: "la democrazia è la peggior forma di governo possibile, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora". Non soffermandomi sull'idea di democrazia che aveva Churchill, perchè farebbe sobbalzare anche un ultraconservatore odierno, provo a spiegare perchè concordo col principio generale espresso dal concetto, e quali sono i limiti che vi vedo.
Per illustrare il mio punto di vista, mi farò aiutare da un simpatico quanto ipotetico gruppo di naufraghi, attualmente ospitati a bordo di una scialuppa di salvataggio in mezzo all'oceano.
La scialuppa è bella carica di uomini, donne e bambini; le riserve di acqua e cibo sono scarse, non ci sono nè bussola nè carte nautiche e attorno si scorgono solo mare e cielo. Si tratta di decidere da che parte remare, ma i nostri amici sanno di avere a disposizione una sola chance. Che fare? Esaminerò nelle prossime puntate i vari sistemi adottabili per arrivare alla decisione, i loro presupposti concettuali, i vantaggi e gli svantaggi di ognuno.

sabato 25 aprile 2009

Nuda veritas 2 - Ferrara

Gustave Klimt - Nuda Veritas (dettaglio)

La verità su Ferrara? La città sta attraversando un periodo di profondo declino economico e sociale, per ora in parte mascherato dalla crisi finanziaria mondiale e da quella economica italiana.
Lungi dall'attrarre nuovi investimenti produttivi e nuova popolazione attiva, Ferrara riesce solo a produrre emigrazione culturale e pendolarismo tra i giovani e aumento dell'età media dei suoi cittadini insieme al più alto tasso di mortalità per tumore dell'Emilia-Romagna.
Per rimediare ci sarebbe bisogno di pesanti investimenti in innovazione tecnologica, infrastrutture, ambiente, sanità, educazione, ma il Comune è strangolato da un debito colossale (circa 160 M€, in crescita) che impedisce qualunque manovra. Ciò nonostante, gli sprechi dell'Amministrazione Comunale sono enormi, basta guardare l'elenco degli incarichi esterni commissionati.
Dopo la (s)vendita delle ex municipalizzate Acosea e AGEA, il nostro Comune ha perso il controllo della situazione mantenendo solo l'1% delle quote azionarie, per cui per tariffe e manutenzione degli impianti i cittadini ferraresi possono solo sperare nel buon cuore di Hera.
La costruzione della centrale a turbogas dell'ENI, che produrrà sicuramente energia elettrica in eccesso rispetto al fabbisogno locale e miseri 20-30 posti di lavoro a basso livello, porterà nessuno sconto sulla bolletta elettrica dei ferraresi e una probabile nube arancione di nanoparticelle negli orizzonti cittadini.
L'agibilità del nuovo ospedale di Cona, che si è voluto costruire in zona notoriamente paludosa contro ogni principio di buon senso per motivi che restano avvolti nella caligine del sospetto, è tutta da verificare, così come la possibilità che il trasferimento dal Sant'Anna di apparecchiature e attività possa avvenire in pochi mesi come affermato.
La trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini nel governo della città sono state sinora estremamente carenti, anche in confronto con Comuni simili, come Modena o Reggio Emilia.
La viabilità è divenuta caotica e penosa, i parcheggi sono insufficienti e minacciati di conversione a area edilizia, manca ancora una tangenziale completa.
Il forese è stato abbandonato a sè stesso, e langue tra problemi di sicurezza, chiusure di attività produttive e scuole, latitanza di trasporti pubblici e dell'Amministrazione Comunale in genere.

Tutto ciò evidenzia - al di là di ogni altra considerazione - una manifesta incapacità dei politici ferraresi che hanno governato la città negli ultimi dieci anni ad assolvere i loro compiti.

Nuda veritas - quando Girolamo non seguì l'esempio del nonno


Botticelli - Nuda Veritas, particolare de La calunnia di Apelle

Giorgio Vasari affermava che Botticelli fosse stato un seguace di Girolamo Savonarola, poiché secondo lui il pittore nelle sue ultime opere venne influenzato dal clima di crisi politica e religiosa che visse Firenze durante gli anni del frate ferrarese. Probabilmente ciò non è vero, ma certo il dipinto allegorico "La calunnia di Apelle", realizzato tra il 1490 e il 1495, appare una coincidenza formidabile (Savonarola fu arso nel 1498, dopo essere stato scomunicato e processato per eresia).
Ora sappiamo tutti cosa sia capitato al nostro concittadino, e perchè: fin tanto che si era limitato a predicare contro la corruzione della classe dirigente di allora era stato ignorato, vilipeso o al più sbeffeggiato, come testimoniano le cronache del tempo, per la sua pronuncia emiliana che doveva suonare barbara alle orecchie fiorentine e per il suo modo pittoresco di esporre. Quando però dalla predica passò alla politica, cioè scese in campo (!), immediatamente conquistò sia un certo nugolo di sostenitori, generalmente del tipo "vai avanti tu che a noi scappa da ridere", che un potente gruppo di nemici che gliela fecero pagare cara. Orbene, pare che il giovane Savonarola, nel suo atteggiamento moralista contro la corruzione dei tempi, e particolarmente della Chiesa, sia stato grandemente influenzato dal nonno Michele, noto medico di origine padovana e autore di testi di medicina. Michele Savonarola (1385-1468) fu archiatra del marchese Niccolò III d'Este e della corte ferrarese: fu uomo profondamente religioso, cultore della Bibbia, di costumi semplici e severi e, pur cortigiano, o forse proprio per questo, sprezzatore della vita di corte. Ma non si immischiò mai negli affari cittadini, raggiungendo così felicemente la tarda età e lasciando una cospicua eredità e un buon ricordo di sè.
Mi sta sorgendo qualche dubbio...

venerdì 24 aprile 2009

YAnC (Yet Another Candidate) - why, cur, proque, perchè?

Lo so, non ve ne frega niente. Ma voglio dirvelo egualmente, anche se forse perderò qualche preferenza. La molla decisiva per la mia "discesa in campo" è stata una riflessione su questa foto:




Quando l'ho trovata (sulla rete) ho pensato a tutti quei ferraresi costretti dal loro attaccamento alla nostra città non meno che dalle loro condizioni economiche a una vita di pendolarismo. E a tutti gli altri che, come feci io tanti anni fa, hanno preferito andarsene: ubi labor, hic Gaius. E, infine, al circolo vizioso così instauratosi: chi va a lavorare in altre città vi porta ricchezza, tanto più se vi trasferisce anche la residenza: e non la crea qui, aggravando così la situazione e producendo nuovi pendolari ed emigranti.
Così ho deciso di investire la cosa più preziosa che ho, il mio tempo, e anche un po' di denaro per instaurare invece un circolo virtuoso:

  1. sviluppare a Ferrara un nuovo tessuto produttivo, incentrato sulle nuove tecnologie emergenti (non ha senso puntare su treni partiti 30 anni fa) che produca in loco ricchezza e che attiri tecnici e manager prima e turismo di tipo business poi;
  2. rendere estremamente accogliente e confortevole la città con servizi e infrastrutture adeguate, in modo da incentivare la residenza nel nostro Comune;
  3. integrare Università e Istituti educativi superiori con il settore produttivo ferrarese, in modo da far incontrare domanda e offerta di lavoro e rendere sempre più vantaggioso impiantare aziende hi tech da noi.
Questa è la mia visione (Romeo Savini la chiama sogno), una città dove le biciclette non sono lasciate ad arrugginire davanti alla stazione ferroviaria ma girano allegramente (e in sicurezza, ma di questo scriverò un altra volta) con in sella i loro proprietari.