domenica 20 dicembre 2009

giovedì 10 settembre 2009

Un altro scherzo di fiorello


Non se ne può più... Pur di colpire l'attenzione pubblica, Fiorello ha ora valicato ogni limite, inventandosi niente meno che l'inverosimile morte di Mike Bongiorno. Naturalmente solo gli sprovveduti ci sono caduti, ma ciò è bastato per far schizzare al vertice gli indici di ascolto di qualsiasi trasmissione o articolo dedicato a Mike.
Fiorello era e rimane bravo e simpatico, ma stavolta ha esagerato. Per chi mi ha preso?

P.S. Ciao Mike, see you (later, I hope)

martedì 1 settembre 2009

In difesa del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro


Breve premessa per i non ferraresi (o per i ferraresi poco attenti).
Quando l'erogazione dell'acqua potabile era gestita da una municipalizzata, i controlli della qualità erano effettuati dal Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro, di proprietà della stessa municipalizzata. La ratio sottostante non faceva una grinza dal punto di vista logico: il fornitore del servizio era totalmente controllato dall'Amministrazione Comunale, legittima rappresentante dei cittadini, quindi era come se i cittadini controllassero direttamente la qualità dell'acqua fornita. Nessun conflitto di interessi.

Poi le municipalizzate ferraresi sono state conferite a Hera, che di fatto è una società privata per niente controllabile da un azionista di estrema minoranza come il nostro Comune, che ha mantenuto la risibile quota azionaria del 2,4%. Di conseguenza, fin dall'inizio risultò chiaro a tutti che la garanzia circa la qualità (e tariffe relative) dei servizi affidati ad Hera non sarebbe più stata legata al rapporto proprietario, ma alla presenza di un contratto di servizio "blindato".
In particolare, il controllo della qualità dell'acqua che arriva ai nostri rubinetti avrebbe dovuto fin dall'inizio rimanere nelle mani del Comune di Ferrara. Invece il Laboratorio Analisi Acqua è stato conferito a Hera con tutto il resto, senza alcuna clausola di salvaguardia. Questo errore ha prodotto un evidente conflitto di interessi, che ora è arrivato al suo epilogo scontato: il Laboratorio di Pontelagoscuro è stato chiuso e le sue attività verranno d'ora in poi svolte dal Laboratorio Analisi Acqua Hera di Sasso Marconi.

Per oltre tre anni l'azione congiunta delle moltissime sigle (associazioni, sindacato, forze politiche) che fanno parte del Comitato Locale Acqua pubblica e delle Istituzioni locali avevano frenato il piano di smantellamento di Hera del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro. Ora il nuovo Sindaco di Ferrara ha dovuto cedere, e forse non poteva fare altro, vista la risibile quota di partecipazione in Hera e la mancanza di un contratto di servizio "comme il faut".

Siamo ancora in tempo per rimediare, e la soluzione sta nel riportare il Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro sotto il controllo del Comune di Ferrara e nel rivedere il contratto di servizio con Hera stabilendo che la determinazione ai fini contrattuali dei livelli qualitativi dell'acqua forniti spetta unicamente a detto Laboratorio.
La stessa logica andrebbe poi applicata a tutti gli altri servizi "esternalizzati", erogati da Hera o no. In sintesi, bisogna saper scrivere i contratti di servizio.

Per questo motivo, ho deciso di aderire alla "catena dei blog" indetta dal gruppo facebook "In difesa del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro". L'appello è leggibile a questo indirizzo, mentre le istruzioni per l'adesione sono descritte qui.

I blog (oltre al mio) e i siti che hanno aderito finora all'iniziativa sono:
fioreblog, il blog di Leonardo Fiorentini, Logos – il blog di Giuseppe Fornaro, Federazione dei Verdi di Ferrara, il blog di Franco Corleone, il blog di Fuoriluogo.it, Letizia Palmisano.

lunedì 22 giugno 2009

Well done


Come forse i miei due lettori avranno già capito, la figura retorica che preferisco è l'ironia. Per un sacco di ragioni, alcune delle quali non ben chiare neppure per me. Forse perchè sono timido (qualcuno scandirà questa parola battendo le nocche su una superficie dura, TI-MI-DO...), forse perchè quest'intervallo di tempo che chiamiamo vita è troppo serio per prenderlo sul serio, o forse... boh, non importa, è così e basta. Allora, tornando al nuovo titolo del mio blog, "well done" ha due significati, ora prendo quello che si riferisce a carne tanto ben cucinata da essere quasi sfatta, totalmente snervata e probabilmente desiderosa di una lunga pausa di riflessione da condursi preferibilmente su remote isole caraibiche.

A tra poco per i miei commenti post elezioni.

venerdì 5 giugno 2009

Anche il PD mi sostiene


Buone notizie (almeno per me) dal fronte elettorale.
Come potete constatare visitando questa pagina, anche nel Partito Democratico sta prendendo piede la ragionevolezza e una visione politica più matura e consapevole - in poche parole: anche nel PD il sottoscritto ha i suoi sostenitori!

(vota Antonio - vota Antonio - vota Antonio)

martedì 2 giugno 2009

Appello agli elettori di Ferrara - 1


VOTA CAPUZZO - VOTA CAPUZZO - VOTA CAPUZZO


PER IL CONSIGLIO COMUNALE E LE CIRCOSCRIZIONI 1 E 4

Cari concittadini,
sono Roberto Capuzzo e vi chiedo 5 minuti per esporvi le ragioni della mia candidatura alle elezioni amministrative ferraresi del 6-7 giugno prossimi.

Chi mi conosce sa che non ho mai voluto occuparmi di politica, e potrebbe stupirsi di questo mio ripensamento. Ma l'ottobre scorso, parlando con Romeo Savini, ho praticamente inciampato in alcuni dati di fatto che mi hanno portato alle seguenti considerazioni che vorrei condividere con voi:

La città sta attraversando un periodo di profondo declino economico e sociale, per ora in parte mascherato dalla crisi finanziaria mondiale e da quella economica italiana.
Lungi dall'attrarre nuovi investimenti produttivi e nuova popolazione attiva, Ferrara riesce solo a produrre emigrazione culturale e pendolarismo tra i giovani e aumento dell'età media dei suoi cittadini insieme al più alto tasso di mortalità per tumore dell'Emilia-Romagna.

Per rimediare ci sarebbe bisogno di pesanti investimenti in innovazione tecnologica, infrastrutture, ambiente, sanità, educazione, ma il Comune è strangolato da un debito colossale (più di 160 milioni di euro, in crescita) che impedisce non solo qualunque manovra di rientro del debito, ma perfino l'erogazione normale dei servizi più elementari. Ciò nonostante, gli sprechi dell'Amministrazione Comunale sono enormi, basta guardare l'elenco degli incarichi esterni commissionati.

Dopo la (s)vendita delle ex municipalizzate Acosea e AGEA, il nostro Comune ha perso il controllo della situazione mantenendo solo l'1% delle quote azionarie, per cui per tariffe e manutenzione degli impianti i cittadini ferraresi possono solo sperare nel buon cuore di Hera e dei suoi azionisti.

La costruzione della centrale a turbogas dell'ENI, che produrrà sicuramente energia elettrica in eccesso rispetto al fabbisogno locale e miseri 20-30 posti di lavoro a basso livello, porterà nessuno sconto sulla bolletta elettrica dei ferraresi e una probabile nube arancione di nanoparticelle negli orizzonti cittadini.

L'agibilità del nuovo ospedale di Cona, che si è voluto costruire in zona notoriamente paludosa contro ogni principio di buon senso per motivi che restano avvolti nella caligine del sospetto, è tutta da verificare, così come la possibilità che il trasferimento dal Sant'Anna di apparecchiature e attività possa avvenire in pochi mesi come affermato.

La trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini nel governo della città sono stati sinora estremamente carenti, anche in confronto con Comuni simili, come Modena o Reggio Emilia.

La viabilità è divenuta caotica e penosa, i parcheggi sono insufficienti e minacciati di conversione a area edilizia, manca ancora una tangenziale completa.

L'illuminazione pubblica è costosa e inefficiente, e perfino in piazza Trento e Trieste del tutto insufficiente.

Il degrado del centro storico sta rapidamente toccando livelli preoccupanti per la sicurezza dei passanti, specie i più anziani, nella totale indifferenza della Polizia Municipale costretta a dedicarsi al più redditizio sport delle multe per sosta vietata.

Il forese è stato abbandonato a sè stesso, e langue tra problemi di sicurezza, chiusure di attività produttive e scuole, mancanza di illuminazione e latitanza di trasporti pubblici e dell'Amministrazione Comunale in genere.

Tutto ciò evidenzia - al di là di ogni altra considerazione - una manifesta incapacità dei politici ferraresi che hanno governato la città negli ultimi dieci anni ad assolvere i loro compiti. La ragione principale che ha portato persone incapaci ai vertici della nostra Amministrazione Comunale risiede nel loro essere politici di professione, la cui carriera dipende esclusivamente dalle logiche interne a gruppi di potere che risiedono altrove, a Roma o - talvolta - Milano e che non si curano degli interessi dei cittadini ferraresi.
Per questo ritengo che la sola soluzione logica ai problemi della nostra città sia quella di portare alla guida del Comune cittadini ferraresi con residenza e radici a Ferrara, che non siano politici di professione ma abbiano dimostrato la loro competenza amministrativa e organizzativa nella loro attività professionale.

Per queste ragioni ho deciso di investire la cosa più preziosa che ho, il mio tempo, e anche un po' di denaro per instaurare invece un circolo virtuoso:
  1. sviluppare a Ferrara un nuovo tessuto produttivo, incentrato sulle nuove tecnologie emergenti (non ha senso puntare su treni partiti 30 anni fa) che produca in loco ricchezza e che attiri tecnici e manager prima e turismo di tipo business poi;
  2. rendere estremamente accogliente e confortevole la città con servizi e infrastrutture adeguate, in modo da incentivare la residenza nel nostro Comune e attrarre turismo d'elite, come quello congressuale e professionale;
  3. integrare Università e Istituti educativi superiori con il settore produttivo ferrarese, in modo da far incontrare domanda e offerta di lavoro e rendere sempre più vantaggioso impiantare aziende hi tech da noi.
Tuttavia il primo passo da compiere consiste in una profonda Riforma della Macchina Comunale (Sindaco - Giunta - Amministrazione), per recuperare immediatamente efficacia ed efficienza, eliminare gli sprechi di denaro pubblico e le sacche di privilegio e avviare il rientro dal debito. In quest'ambito vorrei rivedere tutti i contratti di servizio con aziende private, in particolare Hera e ICA, per verificare gli spazi di manovra disponibili per migliorare e riportare sotto controllo i servizi offerti.

Essendo del tutto indipendente da qualsiasi partito e con trent'anni di esperienza in campo industriale (l'ultimo progetto che ho diretto prima di tornare a Ferrara valeva 85 milioni di euro con oltre 400 specialisti a riporto), penso di avere le capacità necessarie per assolvere questo compito. Naturalmente devo prima essere eletto, ed è per questo che mi sono permesso di scrivervi personalmente.

Vi saluto cordialmente e vi auguro buon voto, qualunque scelta decidiate di fare.

domenica 31 maggio 2009

Punti di vista: le capacità da leader dei candidati Sindaco


"Gestione delle risorse" è una locuzione spesso usata nel settore pubblico. Più spesso che no, essa è associata a decisioni inerenti il budget - cioè l'accurata, prudente gestione del denaro pubblico, piuttosto che relative alla cura del patrimonio umano (anch'esso perlopiù pubblico) affidato. Eppure, come ho cercato di spiegare nel post precedente, le capacità di guidare, coltivare e custodire il personale sono le doti più richieste per assicurare che i cambiamenti organizzativi siano accolti e messi in pratica, se non entusiasticamente, almeno serenamente e collaborativamente anzichè con scarsa fiducia e timore, in altre parole con quell'atteggiamento neghittoso che gli americani chiamano "piggyback", ossia "recalcitrante come un maiale quando viene trascinato al macello". Il grado in cui un leader riesce a gestire il cambiamento, sviluppare il consenso e sostenere l'impegno proprio e degli interessati determinerà il successo (o il fallimento) dell'iniziativa.

Questo è il motivo per cui, dopo averlo visto formare la squadra di Rinnova Ferrara, ritengo Romeo Savini l'unico candidato sindaco ad avere buone chance di riuscire nella Riforma della macchina comunale ferrarese, della cui necessità ormai tutti si dichiarano convinti. Mentre al contempo nutro scarsa fiducia negli skills organizzativi e di guida della trasformazione degli altri candidati sindaco, o perchè hanno dimostrato sul campo i propri limiti in materia e/o per l'incompetenza rivelata dai loro discorsi pubblici e/o per l'atteggiamento ideologico che prescinde aprioristicamente dai fatti che potrebbero emergere successivamente, all'insegna del prussiano "Gott mit uns".

Perchè secondo me ora Ferrara ha più bisogno di leadership che di managerialità

Intanto, già dal fatto che per esprimere questi due concetti occorra ricondursi alla terminologia anglosassone ("capacità di guida" e "di gestione" sono troppo imprecisi) si comprende trattarsi di merce rara alle nostre latitudini. Tuttavia, anche in questa origine comune si nota che il primo deve essere più lontano del secondo dalla mentalità e dalla prassi vigente sul patrio suolo nostrano, perchè non si è riusciti neppure ad italianizzare il termine primitivo. Prima di giustificare la frase del titolo, quindi, sarà opportuno chiarire la differenza IMHO (nella mia modesta opinione) tra i due.

Una semplice definizione di "managerialità" è: la capacità di far fronte alla complessità. Lo sviluppo di grandi organizzazioni porta spesso alla creazione di gerarchie stratificate di management come metodo istintivo per conservare il controllo di cose come la pianificazione, il budget, la spesa, le entrate, la supervisione etc. Una buona gestione manageriale significa che - anche nell'organizzazione più complessa - tutto si svolge in modo ordinato e controllato.

La "leadership" invece riguarda la capacità di iniziare e fronteggiare il cambiamento, capacità che oggidì è divenuta un fattore vitale a causa della crescente frequenza con cui trasformazioni di intensità crescente si verificano nella tecnologia o in campo sociale, economico, demografico etc.
Mentre generalmente i processi di management nel passato sfociavano tranquillamente in cambiamenti graduali di tipo evolutivo, le organizzazioni moderne si trovano sempre più spesso in situazioni che richiedono una trasformazione continua, un nuovo abito mentale. Ancor più importante, questa costante necessità di cambiare è una pressione che si avverte a tutti i livelli della gerarchia, non solo in cima.

La managerialità si concentra sul creare e controllare strutture organizzative, mentre la leadership si esercità nell'ispirare le persone a lavorare assieme per raggiungere nuovi obiettivi, di norma con l'esempio personale del leader. Il contrario dell'armiamoci e partite, insomma.
E ancora: mentre la managerialità si occupa del controllo di processi complessi, la leadership mette in discussione le vecchie abitudini e stabilisce nuovi obiettivi per l'organizzazione. In altre parole, la managerialità riguarda il fare le cose bene; la leadership riguarda il fare le cose giuste.

Tutto ciò è particolarmente vero per Ferrara e la sua Amministrazione Comunale, una macchina che è cresciuta negli anni in dimensione ma non nella testa, un corpaccione intento a guardarsi l'ombelico mentre la città andava in pezzi e retrocedeva in tutte le graduatorie virtuose, mentre le sue forze attive emigravano verso lidi più favorevoli e la casta affaristica dei partiti con le sue clientele parassitarie metteva le mani sul rimanente.

È per questa ragione che ritengo di poter affermare che Ferrara oggi ha bisogno di una nuova classe dirigente, di veri leader ad ogni livello e in ogni luogo. Nella speranza che, dopo aver riportato sulla retta via l'Amministrazione Comunale cittadina, sviluppino anche buone doti manageriali.

martedì 26 maggio 2009

Una dimenticanza

A volte noi "vecioti" dimentichiamo di avere avuto 20 anni, e diamo per scontate cose che ai nostri bei tempi ci avrebbero fatto sgranare gli occhi per la sorpresa o traballare per il timore di non farcela.
Sempre noi a volte non riusciamo a trasmettere la ns. esperienza senza farla apparire come critica anzichè come aiuto per migliorare.
Inoltre, siamo davvero un poco pesanti nel ricordare le nostre gesta passate, che naturalmente non interessano a nessuno.
Tuttavia, poichè errare è umano ma perseverare diabolico, prima che finisca la campagna elettorale voglio ringraziare Matteo Musacci per l'enorme carico di lavoro e responsabilità che si è preso sulle spalle senza mai lamentarsi, senza alzare le braccia e arrendersi, senza mai criticare chi - attorno a lui - rallentava l'impegno. E anche dirgli "bravo!" per i risultati che ha saputo trarne, con creatività e senza massacrare le finanze esauste della lista. Forza Matteo, continua così.

La Riforma della Macchina Comunale - il principio del sarto (ovvero: progetto di trasformazione dei processi aziendali comunali)


Quasi ogni progetto di CM presenta due fasi o sottoprogetti: il progetto di trasformazione dei processi aziendali e il progetto di cambiamento organizzativo. Vediamo ora il nostro progetto di trasformazione dei processi aziendali comunali.

RinnovaFerrara intende rivoluzionare il principio a partire dal quale si sono configurati gli attuali servizi comunali, quello per cui le esigenze vere o presunte dell'Amministrazione vengono prima delle necessità del cittadino.

Prendiamo ad esempio un artigiano che, per acquisire un'importante commessa, abbia deciso di ampliare la propria officina, installandovi nuovi macchinari. Necessiterà dunque di un prestito, alcuni permessi e molta documentazione a corredo. Generalmente, per il primo dovrà rivolgersi a una Banca, che gli chiederà documentazione a supporto (com'è noto, le Banche prestano denaro solo a chi ce l'ha).

Parte di questa documentazione avrà come fonte l'Amministrazione Comunale. Inoltre, anche alcuni dei permessi necessari e della documentazione a corredo dovranno essere richiesti alla stessa Amministrazione Comunale. Secondo il principio attuale, il poveretto dovrà fare il giro delle sette chiese (e degli undici sportelli, magari dislocati in parti opposte della città) e perdere un sacco di tempo, denaro e buonumore seguendo code ciclopiche, affrontando impiegati malmostosi e disposizioni cervellotiche dell'autorità incompetente (è il caso di dirlo), producendo pacchi di carta alti come un bambino di due anni e che nessuno leggerà, il tutto - per di più - nell'orario più scomodo per lui, cioè 9 -12.

Cambiamo orizzonte, e applichiamo la regola di RinnovaFerrara: configurare i servizi addosso ai cittadini come il sarto taglia l'abito sul cliente. Per prima cosa, niente code agli sportelli. Le richieste di permessi, certificati e quant'altro potranno essere effettuate via internet, a qualunque ora. E fornite al cittadino con lo stesso mezzo. Di più, se è la Banca o altro Ente noto a richiederli e il cittadino lo autorizza, potranno essere forniti direttamente al richiedente terzo, sempre per via telematica. Di più ancora, il Comune dovrebbe stringere accordi con altri Enti Pubblici già avviati sulla strada dell'automatizzazione, come l'INPS, e fare da collettore di certificati e quant'altro emesso dai partner quando il "capocommessa" è lui (e ovviamente ricambiando quando il capocommessa è uno dei partner). Il tutto senza uccidere nessun albero. Zero code, zero perdita di tempo, zero perdita di lavoro, zero spreco di carta.

Inoltre, desidero farvi notare, se le informazioni sono tutte elettroniche e accessibili via rete cade la necessità che il dipendente comunale sia in ufficio per manovrarle. Quindi le sue timbrature del cartellino perdono totalmente interesse anche per Brunetta: basterà che il computer tenga traccia del tempo intercorrente tra l'avvio di una pratica e la sua evasione per capire se i dipendenti responsabili producono o no.
Infine il carico da novanta: non tutti i documenti che si richiedono in Comune richiedono l'intervento umano. Molti, forse la gran parte, potrebbero essere emessi su richiesta con semplici controlli automatici, quindi senza intervento umano. Quindi liberando da un lavoro umiliante da passacarte tante brave persone che potrebbero occuparsi di cose più importanti e utili.

Se non avete ancora deciso di votare per noi, vuol dire che almeno uno degli altri candidati a sindaco è vostro fratello o al massimo zio.
(segue in uno dei prossimi post)

sabato 23 maggio 2009

La Riforma della Macchina Comunale - introduzione

Il punto principale del nostro programma è, com'è noto, la Riforma della Macchina Comunale ferrarese, ove per Macchina Comunale intendiamo sia la parte politica, ossia il Sindaco e la Giunta, che quella dell'Amministrazione Comunale vera e propria. Se per la prima gli obiettivi che ci poniamo sono quelli della maggior trasparenza e della partecipazione della cittadinanza al processo decisionale, per la seconda riguardano l'efficienza, la qualità e il costo dei servizi e la motivazione e lo sviluppo delle competenze del personale. Anche altre liste stanno proponendo nel loro programma obiettivi simili (anche se sulle loro reali intenzioni è lecito nutrire forti dubbi); ma la vera, grande, abissale differenza sta nel metodo che s'intende utilizzare per attuare la Riforma proposta, e le relative tempistiche d'attuazione.

Tra gli altri candidati, i più glissano sull'argomento e presentano gli obiettivi come "già fatti", bastava solo pensarci. Sorge spontanea l'obiezione: com'è che solo voi ci avete pensato? che sia un caso di colossale e generale imbecillità organizzativa? Cui segue una domanda curiosa: avete già portato a compimento in passato progetti organizzativi di questa mole e complessità?
Altri candidati lasciano intendere che useranno le maniere forti, tagliando teste e imponendo "manu militari" il loro piano, come hanno fatto o visto fare nelle loro aziende private. A parte i dubbi sulla moralità e l'equità del metodo, siamo sicuri che così funzioni, specie in un'Amministrazione Comunale con 1500 dipendenti? O è un'altra di quelle leggende urbane che gli inesperti prendono a prestito senza cognizione di causa dal mondo dei Consulenti Aziendali con la pipa in bocca (dalla quale, com'è noto, si alza un vapore azzurrino chiamato "Consulentialware")?

Il nostro metodo si basa invece su una disciplina ormai consolidata nota con il nome anglosassone di "Change Management", ossia "Gestione del cambiamento". Il "Change Management" fornisce un approccio strutturato al cambiamento negli individui, nei gruppi, nelle organizzazioni e nelle società che rende possibile la transizione da un assetto corrente ad un futuro assetto desiderato. Esso è fondato su principi psicologici e ingegneristici (ingegneria dei processi) scientifici, e può essere appreso solo per mezzo di studi specifici e di esperienza pratica per livelli crescenti di complessità. Rassicurandovi sulla quantità e qualità degli studi e delle esperienze specifiche fatte da chi scrive (il mio curriculum è reperibile a questo indirizzo), vorrei dare qualche indicazione sul metodo che intendiamo applicare, in modo da poterlo confrontare con gli altri. (segue al post successivo)

martedì 19 maggio 2009

Luoghi comuni: 1 - l'abito e il monaco


Questione: l’abito fa il monaco? La risposta non è così semplice come sembra suggerire il detto popolare. Intanto, occorre accordarsi sul significato di "abito". Se lo si intende come "comportamento abituale", subito sorge un'altra domanda: di chi? dell'individuo di cui si vuole determinare lo stato monacale o di tutti gli altri monaci del presente e del passato? Accantoniamo subito questo filone d'indagine, che ci porterebbe troppo lontano, e diamo ad "abito" il senso sottinteso dal detto: etichetta, immagine percepita. Il tema in politica è rilevante perché si tratta di stabilire se dietro una determinata tradizione o formazione politica si trovino alcune, predefinite, qualità morali. La politica è dominata dagli stereotipi e su queste basi si possono generare molte illusioni.
Per quale motivo, ad esempio, per anni ci si è attesa più onestà dal personale politico di area comunista rispetto a quello socialista o democristiano? Perché, ancor oggi, un affarista corrotto di sinistra fa più scalpore di un inquisito di destra?
La risposta non è facile. In realtà non esiste un’ideologia che predichi la disonestà e la corruzione. Per cui se qualcuno pensa di doversi richiamare alle ideologie per conoscere a priori il comportamento più o meno corretto di chi si proclama loro seguace sta prendendo un abbaglio. Il partito non può più, come avveniva una volta, farsi garante dei propri membri.
L’antica speranza di fondo che ci fosse chi - in nome di una ideologia di maggiore giustizia sociale (a sinistra) o di amore per la Patria e le istituzioni (a destra) - vegliava per presentare i candidati più adatti, non regge alla convulsa realtà odierna in cui non esistono più garanti autorevoli o quanto meno in grado di “coprire” un intera parte politica.
Quindi, nel caso specifico, non essendoci un partito o una coalizione che possa reclamare il monopolio della integrità morale, bisogna rassegnarsi all’idea che sono le persone ad essere oneste o meno, e oltretutto non sempre.
Per tale ragione individui tendenzialmente pronti, per caratteristiche proprie che nulla hanno a che vedere con partiti ed ideologie, all’intrallazzo e agli affari illeciti o ai piccoli soprusi, troveranno nell’ambiente politico un terreno in grado di esaltare la modalità della mancanza di scrupoli. Dobbiamo riflettere sul fatto che l’ambito del comportamento morale deve rimanere appannaggio della sfera individuale e non può essere assegnata ad un gruppo o a un partito come regola generale.

Tutto ciò, comunque, non deve rappresentare l’occasione per derubricare la gravità della pubblica corruzione e concussione e di ogni genere di abuso su base di potere, sulle note del “così fan tutti”: sarebbe un abbraccio mortale tra inquisiti di ogni colore che porterebbe definitivamente a fondo il malconcio sistema politico nazionale. Al contrario, la consapevolezza della rilevanza del comportamento individuale dovrebbe indurre i cittadini ad una maggiore attenzione e senso di responsabilità: all’interno della propria convinzione sulle finalità generali da perseguire e dunque della scelta della lista politica da votare, ognuno di noi deve farsi carico dell’onere di indicare i candidati. Ciò è particolarmente importante nel caso delle elezioni amministrative locali, dove una scelta sbagliata può comportare esiti devastanti su comunità più fragili di uno Stato. Pertanto, specialmente in città piccole e dall'amministrazione traballante come Ferrara gli elettori dovrebbero informarsi bene sui candidati prescindendo dalle appartenenze partitiche, per una giusta assunzione di responsabilità, e indicare sempre una preferenza sulla scheda del voto, finchè lo si può fare.

Troppo comodo, infatti, scaricare le responsabilità sulla fantomatica categoria dei “politici”: ladri, corrotti e compagnia bella quando il danno è stato fatto. Dimenticandosi che nessuno può occupare un posto di responsabilità senza che, all’origine, non ci sia stata una legittimazione da parte nostra. Tutto ciò appare a molti utopistico, ma in realtà può essere - solo a volerlo - terribilmente concreto. I luoghi comuni sono utili e persino piacevoli per fare due chiacchiere al bar, ma per quanto tutto ciò sia autoconsolatorio quelle lamentele al vento parlano, in realtà, di noi e della nostra passività.

mercoledì 13 maggio 2009

Message in a bottle

Sembra che Catal Huyuk, città dell'età della pietra fondata in Anatolia dai proto-hatti, sia la più antica di tutte. Sicuramente con i suoi mattoni d'argilla misti a paglia e messi a seccare al sole vecchi di 11000 anni appare un misero catorcio in confronto a Ferrara, giustamente definita dal grande architetto Bruno Zevi "la prima città moderna d'Europa".
Tuttavia, sin dai tempi di Catal Huyuk la città è il luogo nel quale si concentra la dinamica culturale umana, in pratica il catalizzatore della creazione e della comunicazione delle idee. Ma questa visione tradizionale può funzionare ancora a Ferrara? A quali condizioni?Mentre la popolazione urbana supera la metà della popolazione mondiale e mentre la superficie urbanizzata supera nel pianeta quella dedicata all'agricoltura, con megalopoli che non sempre riescono a vincere il caos montante, le piccole e medie città occidentali sono chiamate a un'epica trasformazione: aiutare la transizione dal sistema industriale a quello della conoscenza. In quest'ottica, le città come Ferrara sono candidate a giocare un ruolo globale, chiamate a fungere da acceleratori sociali e a contribuire soprattutto in termini di qualità e creatività. Una trasformazione che genererà certamente molte sofferenze, speranze e opportunità, ponendo problemi giganteschi: ma la nostra città è in grado di pensare le soluzioni?Compito arduo rispondere, e io non ho la sfera di cristallo. Occorrerebbe compiere innanzitutto una ricerca di senso, per comprendere se esistono tra noi le motivazioni sociali, la libertà intellettuale, la percezione dei segni dell'avvenire che già si possono leggere nel presente.
Guardo il volto delle persone della nostra lista, e vedo la tensione giusta, data dalla consapevolezza del momento decisivo che stiamo attraversando. Ma negli incontri pubblici mi sembra di non riuscire a trasmettere questa visione, e le mie misere armi dialettiche naufragano contro le rupi della delusione e della rassegnazione su cui i miei concittadini si sono esiliati. Message in a bottle...

Churchill, la democrazia e Ferrara - democrazia diretta: il seguito

Abbiamo lasciato i nostri naufraghi sulla scialuppa, alle prese con la decisione da prendere per tentare la via della salvezza.
Solo mare a perdita d'occhio alla vista. Il metodo prescelto fu quello della democrazia diretta, e il risultato della prima votazione fu:Votanti: 16; Est e Ovest, 4 voti; NE, SE, SO e NO: 2 voti; Nord e Sud, 0 voti.


Visto che era finita in perfetta parità, si decise per un ballottaggio tra Est e Ovest, mentre la tensione a bordo saliva visibilmente perchè - nella discussione - si era già attinto abbondantemente alle riserve d'acqua. Il capo del partito dell'Est magnificò le sorti grandi e progressive che li attendevano a Est, lungo il cammino della rivoluzione proletaria. Il capo del partito dell'Ovest, che era il solo ad avere tre megafoni, ricordò che la tradizione della nave era sempre stata filo-occidentale, lungo la rotta della libertà.
Anche il ballottaggio finì in pareggio: otto voti per l'Est e otto per l'Ovest. Mentre i contendenti si accaloravano nella discussione, continuando a bere per l'arsura, in rapida sequenza si svolsero i seguenti eventi:
  1. accusa di broglio elettorale e corruzione da parte del partito dell'Est nei confronti del partito dell'Ovest;
  2. contro-accusa di tentativo di golpe da parte del partito dell'Ovest nei confronti del partito dell'Est;
  3. fondazione della "Lega Prua" da parte di chi aveva votato NE e NO alla prima votazione, con proposta di separare la Prua (ove erano situate le scorte di cibo e acqua) dal centro-barca e dalla Poppa, i cui occupanti furono definiti sprezzantemente "baluba" e "poppùn";
  4. accantonamento della questione della rotta da prendere per discutere di federalismo alimentare e idrico e far passare alcune leggi ad hoc in favore del capo del partito dell'Ovest, nel frattempo alleatosi con la Lega Prua;
  5. varo di una legge che stabiliva che la direzione da prendere fosse decisa dal capo del partito di maggioranza, e non più dagli elettori;
  6. nuova votazione e crollo del partito dell'Est;
  7. partenza per l'Ovest;
  8. razionamento dell'acqua, con dosi maggiori attribuite alle direzioni dei partiti di maggioranza;
  9. fine della scorta d'acqua destinata ai rematori;
  10. rivolta dei rematori e guerra civile;
  11. tragica fine di tutto l'equipaggio.

mercoledì 6 maggio 2009

Il Buono, l'Allocco e il Cattivo - 1

Statement della situazione: il nostro Comune, notoriamente a corto di pìccioli, è dotato di un parco PC di varia anzianità hardware. I desktop, che mi risulta siano ancora in larga maggioranza, sono tutti o quasi dotati di sistema operativo Windows XP e hanno come software applicativo principe Microsoft Office, da quanto capisco generalmente nella versione 2003.
Entrambi questi software, per cui il Comune ha acquistato a suo tempo le licenze, sono usciti di manutenzione e sostituiti da nuove versioni. Se il Comune volesse migrare il proprio parco PC alle nuove versioni, dovrebbe naturalmente pagare nuove licenze. È abbastanza noto anche ai non addetti ai lavori che esistono da tempo validissime alternative "Open Source" ad entrambi i software in questione, e precisamente Linux come sistema operativo e OpenOffice (che per di più è compatibile con Microsoft Office 2003) per la produttività individuale. Le applicazioni Open Source sono mantenute dalla comunità internazionale e non hanno costi nè di licenza nè di manutenzione. Si noti, inoltre, come su Linux sia possibile installare una Virtual Machine XP (ce ne sono diverse disponibili, in genere Open Source pure loro) e quindi - volendo - migrare su Linux direttamente gli applicativi nativi XP, come per l'appunto Microsoft Office 2003. Com'è logico, molti Enti Pubblici in tutto il mondo hanno colto l'occasione per fare il salto e passare all'Open Source: in Italia ha iniziato la Provincia Autonoma di Bolzano, seguita poi da diversi Comuni, ad es. Asti. Ferrara non ha dato sinora segni di vita.
Il sostituto Microsoft di Windows XP, Windows Vista, è stato un insuccesso e molti dei vecchi Clienti Microsoft sono rimasti ancorati a XP in attesa di nuovi eventi. Microsoft ha allora messo rapidamente in cantiere un profondo restyling di Windows Vista, denominato per il momento solo Windows 7, che dovrebbe superare i problemi evidenziati da Vista ma che non è compatibile all'indietro con XP: vale a dire che non sarà possibile trasportare gli applicativi (e le licenze) da XP a Windows 7 sic et simpliciter. Per far fronte alle proteste dei suoi utenti, Microsoft ha deciso di offrire un add-on chiamato Windows XP Mode (XPM) agli utenti di Windows 7 Professional, Ultimate ed Enterprise quando il nuovo sistema operativo verrà consegnato. Professional e Ultimate sono due delle versioni più costose di Windows 7, mentre Enterprise viene venduta solo attraverso contratti di volume licensing.

Il mio commento: poichè ora è chiaro che proseguire sulla strada Microsoft comporterà inevitabilmente traumi multipli con prognosi riservata alla nostra Amm.ne Comunale (acquisto delle nuove licenze, rinnovo parco macchine per adeguarle ai requisiti del nuovo software, addestramento degli utenti, installazione e gestione dell'add-on di compatibilità, migrazione delle vecchie applicazioni, etc.), credo che il mio piano di passaggio della ns. Amm.ne Comunale all'Open Source, e segnatamente all'utilizzo pieno di Linux, acquisti di giorno in giorno validità e meriti, indipendentemente da quello che sarà l'esito delle prossime elezioni. Se non verrà adottato, lascio a voi decidere a chi attribuire i ruoli di Buono, Allocco e Cattivo (scusa Leone!)

lunedì 27 aprile 2009

Churchill, la democrazia e Ferrara - democrazia diretta


Scartati, per motivi di spazio e per evidente inferiorità congenita, i metodi di soluzione estremi (Legge del più forte e Anarchia) passiamo a esaminare quelli a base razionale.

Metodo della democrazia diretta: ciascun passeggero propone una direzione, e si va nella direzione che ha raccolto più preferenze. Il presupposto di questo metodo è che gli uomini sono tutti eguali, le loro vite sono equivalenti indipendentemente da sesso, età, ricchezza, grado d'istruzione, religione etc. quindi - soprattutto quando la posta è estrema - la maggioranza deve vincere. Come dicono i fautori di questa idea, "la maggioranza ha sempre ragione".

Churchill, la democrazia e Ferrara - introduzione

Uno degli aforismi attribuiti a Churchill recita: "la democrazia è la peggior forma di governo possibile, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora". Non soffermandomi sull'idea di democrazia che aveva Churchill, perchè farebbe sobbalzare anche un ultraconservatore odierno, provo a spiegare perchè concordo col principio generale espresso dal concetto, e quali sono i limiti che vi vedo.
Per illustrare il mio punto di vista, mi farò aiutare da un simpatico quanto ipotetico gruppo di naufraghi, attualmente ospitati a bordo di una scialuppa di salvataggio in mezzo all'oceano.
La scialuppa è bella carica di uomini, donne e bambini; le riserve di acqua e cibo sono scarse, non ci sono nè bussola nè carte nautiche e attorno si scorgono solo mare e cielo. Si tratta di decidere da che parte remare, ma i nostri amici sanno di avere a disposizione una sola chance. Che fare? Esaminerò nelle prossime puntate i vari sistemi adottabili per arrivare alla decisione, i loro presupposti concettuali, i vantaggi e gli svantaggi di ognuno.

sabato 25 aprile 2009

Nuda veritas 2 - Ferrara

Gustave Klimt - Nuda Veritas (dettaglio)

La verità su Ferrara? La città sta attraversando un periodo di profondo declino economico e sociale, per ora in parte mascherato dalla crisi finanziaria mondiale e da quella economica italiana.
Lungi dall'attrarre nuovi investimenti produttivi e nuova popolazione attiva, Ferrara riesce solo a produrre emigrazione culturale e pendolarismo tra i giovani e aumento dell'età media dei suoi cittadini insieme al più alto tasso di mortalità per tumore dell'Emilia-Romagna.
Per rimediare ci sarebbe bisogno di pesanti investimenti in innovazione tecnologica, infrastrutture, ambiente, sanità, educazione, ma il Comune è strangolato da un debito colossale (circa 160 M€, in crescita) che impedisce qualunque manovra. Ciò nonostante, gli sprechi dell'Amministrazione Comunale sono enormi, basta guardare l'elenco degli incarichi esterni commissionati.
Dopo la (s)vendita delle ex municipalizzate Acosea e AGEA, il nostro Comune ha perso il controllo della situazione mantenendo solo l'1% delle quote azionarie, per cui per tariffe e manutenzione degli impianti i cittadini ferraresi possono solo sperare nel buon cuore di Hera.
La costruzione della centrale a turbogas dell'ENI, che produrrà sicuramente energia elettrica in eccesso rispetto al fabbisogno locale e miseri 20-30 posti di lavoro a basso livello, porterà nessuno sconto sulla bolletta elettrica dei ferraresi e una probabile nube arancione di nanoparticelle negli orizzonti cittadini.
L'agibilità del nuovo ospedale di Cona, che si è voluto costruire in zona notoriamente paludosa contro ogni principio di buon senso per motivi che restano avvolti nella caligine del sospetto, è tutta da verificare, così come la possibilità che il trasferimento dal Sant'Anna di apparecchiature e attività possa avvenire in pochi mesi come affermato.
La trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini nel governo della città sono state sinora estremamente carenti, anche in confronto con Comuni simili, come Modena o Reggio Emilia.
La viabilità è divenuta caotica e penosa, i parcheggi sono insufficienti e minacciati di conversione a area edilizia, manca ancora una tangenziale completa.
Il forese è stato abbandonato a sè stesso, e langue tra problemi di sicurezza, chiusure di attività produttive e scuole, latitanza di trasporti pubblici e dell'Amministrazione Comunale in genere.

Tutto ciò evidenzia - al di là di ogni altra considerazione - una manifesta incapacità dei politici ferraresi che hanno governato la città negli ultimi dieci anni ad assolvere i loro compiti.

Nuda veritas - quando Girolamo non seguì l'esempio del nonno


Botticelli - Nuda Veritas, particolare de La calunnia di Apelle

Giorgio Vasari affermava che Botticelli fosse stato un seguace di Girolamo Savonarola, poiché secondo lui il pittore nelle sue ultime opere venne influenzato dal clima di crisi politica e religiosa che visse Firenze durante gli anni del frate ferrarese. Probabilmente ciò non è vero, ma certo il dipinto allegorico "La calunnia di Apelle", realizzato tra il 1490 e il 1495, appare una coincidenza formidabile (Savonarola fu arso nel 1498, dopo essere stato scomunicato e processato per eresia).
Ora sappiamo tutti cosa sia capitato al nostro concittadino, e perchè: fin tanto che si era limitato a predicare contro la corruzione della classe dirigente di allora era stato ignorato, vilipeso o al più sbeffeggiato, come testimoniano le cronache del tempo, per la sua pronuncia emiliana che doveva suonare barbara alle orecchie fiorentine e per il suo modo pittoresco di esporre. Quando però dalla predica passò alla politica, cioè scese in campo (!), immediatamente conquistò sia un certo nugolo di sostenitori, generalmente del tipo "vai avanti tu che a noi scappa da ridere", che un potente gruppo di nemici che gliela fecero pagare cara. Orbene, pare che il giovane Savonarola, nel suo atteggiamento moralista contro la corruzione dei tempi, e particolarmente della Chiesa, sia stato grandemente influenzato dal nonno Michele, noto medico di origine padovana e autore di testi di medicina. Michele Savonarola (1385-1468) fu archiatra del marchese Niccolò III d'Este e della corte ferrarese: fu uomo profondamente religioso, cultore della Bibbia, di costumi semplici e severi e, pur cortigiano, o forse proprio per questo, sprezzatore della vita di corte. Ma non si immischiò mai negli affari cittadini, raggiungendo così felicemente la tarda età e lasciando una cospicua eredità e un buon ricordo di sè.
Mi sta sorgendo qualche dubbio...

venerdì 24 aprile 2009

YAnC (Yet Another Candidate) - why, cur, proque, perchè?

Lo so, non ve ne frega niente. Ma voglio dirvelo egualmente, anche se forse perderò qualche preferenza. La molla decisiva per la mia "discesa in campo" è stata una riflessione su questa foto:




Quando l'ho trovata (sulla rete) ho pensato a tutti quei ferraresi costretti dal loro attaccamento alla nostra città non meno che dalle loro condizioni economiche a una vita di pendolarismo. E a tutti gli altri che, come feci io tanti anni fa, hanno preferito andarsene: ubi labor, hic Gaius. E, infine, al circolo vizioso così instauratosi: chi va a lavorare in altre città vi porta ricchezza, tanto più se vi trasferisce anche la residenza: e non la crea qui, aggravando così la situazione e producendo nuovi pendolari ed emigranti.
Così ho deciso di investire la cosa più preziosa che ho, il mio tempo, e anche un po' di denaro per instaurare invece un circolo virtuoso:

  1. sviluppare a Ferrara un nuovo tessuto produttivo, incentrato sulle nuove tecnologie emergenti (non ha senso puntare su treni partiti 30 anni fa) che produca in loco ricchezza e che attiri tecnici e manager prima e turismo di tipo business poi;
  2. rendere estremamente accogliente e confortevole la città con servizi e infrastrutture adeguate, in modo da incentivare la residenza nel nostro Comune;
  3. integrare Università e Istituti educativi superiori con il settore produttivo ferrarese, in modo da far incontrare domanda e offerta di lavoro e rendere sempre più vantaggioso impiantare aziende hi tech da noi.
Questa è la mia visione (Romeo Savini la chiama sogno), una città dove le biciclette non sono lasciate ad arrugginire davanti alla stazione ferroviaria ma girano allegramente (e in sicurezza, ma di questo scriverò un altra volta) con in sella i loro proprietari.

mercoledì 18 marzo 2009

Orpo, sono già Sindaco...

Sacile, la graziosa città di cui sono Sindaco

Ho scoperto per caso di essere già Sindaco, per la precisione della bella cittadina di Sacile di cui vedete un romantico scorcio. Non ci credete? Guardate qui (per la cronaca: CaPPuzzo e CaPuzzo sono due grafie alternative del mio cognome, spesso occorrenti nella stessa famiglia).

lunedì 16 marzo 2009

Scendo in campo! (me too...)


Lo so che ormai sono più quelli in campo degli spettatori, d'altro canto questo può essere un segno di risveglio di noi cittadini ferraresi comuni, tradizionalmente scettici nei confronti della politica. Ho buone intenzioni: credo che la mia esperienza manageriale e di direzione di grandi progetti organizzativi possa essere utile alla città. Poichè non amo i comizi, cercherò di diffondere le mie idee da questo blog. Come potete constatare dalla foto a lato, sto dicendo la verità....